Introduzione a un ipotetico manuale di sopravvivenza
Si potrebbe scrivere un manuale di sopravvivenza per ergofobi,per difendersi dagli insulti dei bravi lavoratori che "hanno cominciato presto a veder la lira"?L'argomento è,che io sappia,ben scarsamente esplorato.Non mi risulta ci siano forum dove gli ergofobi possano incontrarsi e scambiarsi esperienze.Forse ci vergognamo,forse siamo in qualche maniera succubi e/o impauriti dalla maggioranza,dai baldi giovanotti che hanno cominciato a sedici anni a servire nei bar.Di solito i lavoratori mettono avanti due cose per zittire chi non lavora:l'età,o,in mancanza di questo,la presunta personalità viziata dell'interlocutore.Molto spesso tutte e due.Come se chi non lavora non avesse un'anima,come se le sue opinioni fossero del tutto trascurabili perché...perché...non lavorano!
Leggo nello storico atlante "Il Milione",nell'edizione del 1971,a proposito delle donne neozelandesi che non lavorano:"...le donne,che in generale godono di maggior tempo libero,traggono vantaggio da questa condizione privilegiata che permette loro di formarsi delle "idee" e di assumere delle posizioni che a volte risultano più originali e meditate di quelle maschili".Ecco,in questo passo ci sono delle riserve ("idee" tra virgolette,le posizioni che "a volte" risultano più originali etc.) ma si riconosce,in questo libro scritto nel remoto 1971,che le persone che non lavorano hanno spessissimo idee migliori.Perché?Perché hanno tempo per pensare e meditare!Ecco cosa si potrebbe rispondere agli infaticabili lavoratori.Non insulti,mai perdere la calma,ma esporre le proprie ragioni.Che se poi non funzionano,beh,al mondo ci sono 6 miliardi di persone,perché incaponirsi con quelle sbagliate?
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